Cosa significa “sana alimentazione”

Cosa significa “sana alimentazione”

Cosa significa per l’essere umano alimentarsi in modo sano? Quali sono gli alimenti che ci fanno bene, e quali dovremmo evitare o perlomeno assumere occasionalmente? Quante volte leggendo libri, riviste, ascoltando opinioni e chiedendo pareri a persone più o meno qualificate ci rendiamo conto che le informazioni al riguardo sono delle più disparate; e alla fine ci sentiamo disorientati e scegliamo le indicazioni che ci convincono di più: quelle che non prevedono troppa fatica nel cambiare le nostre abitudini.
Non stiamo parlando di diete per dimagrire, ma è evidente che una sana alimentazione non ci deve fare ingrassare: è ormai accertato che il sovrappeso aumenta sensibilmente il rischio di svariate patologie cardiovascolari, tumorali, metaboliche.

Mettersi a dieta per perdere peso in molti casi risulta essere una pratica faticosa, frustrante che non sempre si riesce a portare a termine e, se otteniamo i risultati desiderati, una volta tornati ai regimi abituali rischiamo di tornare ad ingrassare anche più di prima.
Serve quindi fare molta attenzione alle mode del momento, che promettono risultati strabilianti in poco tempo e con poca fatica. Ne sono un esempio lampante le diete iperproteiche che consigliano un alto consumo di carne e derivati. Nel 2015 lo IARC (ente di ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stabilito la pericolosità del consumo di carne rossa e la sua potenziale carcinogenicità. La ricerca epidemiologica effettuata su vasta scala in 10 diverse nazioni ha concluso che il consumo di 100 grammi di carne rossa o 50 grammi di salumi al giorno aumenta il rischio di cancro al colon-retto del 18%, percentuale che aumenta con l’aumentare della quantità di carne consumata [1].

Un altro fattore di rischio importante da considerare nella nostra alimentazione è il carico glicemico: l’eccesso di zuccheri non è pericoloso solo per malattie come il diabete o l’infarto, ma è stato accertato che le donne con glicemia alta hanno un rischio maggiore di contrarre neoplasie al seno o sue recidive [2].
È piuttosto evidente che lo zucchero, i dolci, ma anche le bibite zuccherate, l’alcool, gli alimenti conservati e preconfezionati hanno un altissimo indice glicemico, e spesso contengono anche grassi idrogenati, conservanti, aromi ecc… che di certo non aiutano la nostra salute, ma molti di noi non vede gli stessi pericoli in una categoria di alimenti che fanno parte della nostra quotidianità: i cereali raffinati.
La raffinazione infatti, oltre ad innalzare l’indice glicemico, priva questi alimenti di strutture importantissime da un punto di vista nutrizionale: le fibre, fondamentali per la salute del microbiota (la flora batterica intestinale), e le proteine vegetali contenute nel germe del chicco. Inoltre la politica delle coltivazioni intensive e delle modificazioni genetiche dei cereali più consumati al mondo, per consentire maggior produzione e difesa dai parassiti, ha portato ad un aumento delle allergie e delle intolleranze nei confronti dei cereali e derivati geneticamente modificati [3].

Il sistema intensivo di coltivazione e allevamento ha portato sicuramente un maggior accesso al cibo, ma a scapito della salute: estrogeni, antibiotici e agenti chimici utilizzati in questi campi entrano inevitabilmente nel ciclo alimentare e possono incidere significativamente sulla nostra salute.
Quindi cosa mangiamo? Che alimenti scegliere?

Per rispondere a queste domande ci siamo riferiti a studi epidemiologici che hanno osservato su un numero significativo di popolazione e in un discreto intervallo di tempo, il rapporto tra malattie, durata della vita e alimentazione.
In queste statistiche ci accorgiamo che le persone normopeso vivono mediamente più a lungo e si ammalano di meno di chi è in sovrappeso, e nelle culture in cui prevalgono i cibi di origine vegetale con grandi quantità di ortaggi, frutta e legumi la vita media è più lunga e l’incidenza di malattie diminuisce. Questo racconta che gli alimenti integri e integrali, soprattutto di origine vegetale, possiedono dei principi vitali che promuovono il nostro benessere, migliorano lo stato dei nostri batteri intestinali e, di conseguenza, le difese immunitarie.

Di questo ne parleremo più approfonditamente nei prossimi articoli, senza dimenticare che noi non ci alimentiamo di solo cibo, ma anche di pensieri, di relazioni, di aria, di luce…e molto altro. Una splendida complessità legata al principio stesso dell’esistenza che ci offre comunque la possibilità di scegliere il nostro percorso. L’importante è essere consapevoli di cosa scegliamo e delegare il meno possibile il nostro benessere in un sistema economico dove spesso l’interesse non è legato alla salute, ma all’economia del consumo.

[1] Studio pubblicato sul Lancet Oncology 26/10/2015

[2] Studio pubblicato su Cancer Research  nel gennaio 2016

[3] Studio pubblicato da IRT (Institute for responsible technology)